Domani mai
...io su di te
voglia che striscia disperata
e tu aggrappata alla mia schiena liscia tu
sopra di me
e macchie avide sul collo
e cosce tese
e nelle reni un crollo
e polveri
di luna nei cristalli
degli occhi tuoi
bucati a fare entrare i miei
e noi sciacalli
di baci sulle labbra
unghie rapaci sulla pelle
...restiamo poi
nudi e più spogli di chi è nudo
e il letto è un nido caldo nella giungla
e la speranza è una notte troppo lunga
e non abbiamo neanche un volto
e non abbiamo un corpo
e tutto è sciolto
nei muscoli
lasciati senza forza
due pugili
sfiniti che si abbracciano
e il gusto è scorza
di un frutto di savana
C.B.
28 Maggio 2008
Ai punti
Ci sono due pugili.
Uno è bianco. L'altro è nero.
Il favorito della serata è proprio lui. Il nero.
Tutto il pubblico è lì per lui. Le luci, il ring, le urla della gente, tutto, tutto è lì per lui.
Lo guardi in faccia, mette paura.
Il viso segnato, gli occhi di ghiaccio, l'anima masticata. Mette paura.
Sguardo fisso. Vuoto. Dritto, davanti a se. Non pensa a niente. Così sembra.
Un leggero movimento delle spalle, più un tic, che altro. Attende di mettersi lì, in mezzo al ring, e darle. Tutto il pubblico già conosce il vincitore.
L'altro, il bianco, lo guarda fisso, lo segue con gli occhi, lo studia. Si chiede cosa gli passa per la mente. Mette paura, pensa.
Ne ha messi giù di bianchi, il nero. Uno dopo l'altro, lui, sempre in piedi, gli altri, i bianchi, giù. Al tappeto.
Anche io lo guardo, il nero. A cosa sta pensando, mi chiedo. Se riesce a sentire le urla intorno, mi chiedo. Mette paura, mi dico.
Tutto il pubblico è lì per lui. Le luci, il ring, le urla della gente, tutto, tutto è lì per lui.
Cos' è che gli passa per la mente, mi chiedo. Quando lo vedo lì, alle corde, ultima ripresa, guardia bassa, braccia lungo i fianchi.
E gli arrivano, lì sul volto, uno dopo l'altro una raffica di diretti, una maschera di sangue, ancora uno, un gancio, e poi un diretto e il sangue che schizza e ancora uno e lui lì che non reagisce, che non va giù.
Ed il pubblico è in piedi, non ci crede, il pubblico urla, un massacro e un diretto ed un gancio, e poi ancora un altro diretto in pieno volto, con il sangue che schizza, ovunque.
E allora mi alzo anch'io e comincio a gridare, e grido più che posso e mentre gli altri lo incitano a combattere io gli grido di andare giù, vai giù, gli dico, cazzo basta! vai giù. E lui ormai ha il volto coperto di sangue, gli occhi quasi chiusi la testa girata di lato per tutti i colpi che riceve e io che gli grido basta, vai giù è finita che aspetti vai giù cosa aspetti ancora, vai giù cazzo!
Ed è lì, in quel momento che tra le urla del pubblico, tra le luci del ring tra la raffica di colpi del bianco ed il sangue del nero che schizza ovunque, è lì che mi sembra di incrociare il suo sguardo, come se stesse lui, cercando il mio. Lo guardo, e lui mi vede, ne sono certo, mi guarda e mi sorride, così mi sembra, mi sorride o forse è solo il paradenti, ma potrei quasi giurarci che mi sorride e tutto questo dura una frazione di secondo, un attimo soltanto poi perdo i suoi occhi. E lui i miei.
Capisco. In quel preciso istante, io capisco. Smetto di gridare. Mi metto seduto e divento piccolo tra la gente che urla e salta.
Un attimo dopo, sento il gong che segna la fine dell'incontro.
Alzo lo sguardo e lui è ancora lì, in piedi. Alle corde, con il sangue dapertutto, ma ancora in piedi.
Ed io, capisco.
Aspetto solo il verdetto dei giudici, che già conosco.
26 Maggio 2008
Per te, mio essere speciale
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via...
...ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza...
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te.
F.B.
15 Maggio 2008
Ascoltami, Butterfly
Hey, Butterfly, sono stanco!
Ho un gran sonno, ma non riesco a dormire.
Sai cosa intendo, vero? Sono lì per addormentarmi e tak! scatta una molla nella testa che mi riporta nel mondo dei vivi.
Butterfly, continuo a vagare per il mondo, il mio piccolo mondo, come se avessi costantemente la febbre addosso. Cazzo, Buttterfly! io la febbre mica ce l'ho! Però, me la sento addosso.
E poi, un'altra cosa Butterfly, ho delle cose da dire, ce l'ho qui! te lo giuro, ce l'ho qui dentro e se le dico, ho la sensazione di parlare con chi non ci sente. Non che non vuole sentire, ma che non ci sente proprio!
Mi sento come uno che sta dentro una cella in attesa del boia che lo porterà sulla sedia elettrica. Butterfly, posso far finta di niente, posso non pensarci, ma il boia prima o poi arriva, lo so che arriva! Porcaputtana Butterfly, ho paura.
Vorrei gridare, in queste occasioni vorrei gridare Butterfly, ma non tratterrebbe le lacrime.
Ho il cervello che va veloce come un treno, sfreccia così veloce che mi supera, provo a fermarlo ma corre troppo veloce Butterfly, non ce la faccio.
Mi ritrovo seduto sul letto con le mani che mi coprono il viso, a contare i minuti che passano.
Mi mettono paura i sogni che faccio, Butterfly.
Non riesco ad immaginarmi senza di lei.
Sono stanco, Butterfly.
Ho un gran sonno ma non riesco a dormire.
7 Maggio 2008
J
C'è un qualcosa, che c'entra con un bacio.
Dato di notte, sulla guancia. Prima di dormire.
C'è un qualcosa che c'entra con delle parole che, un giorno, mi sono arrivate.
E poi con un letto d'ospedale.
E poi c'è anche una ragazza che sorride, su quel letto.
Stanca, ma sorride. Ed è bella, lei, così.
Ecco.
Poi, c'è qualcosa che c'entra con un nome bellissimo.
Un nome che inizia con la J. Pensato sotto le lenzuola.
Poi ancora qualcosa che c'entra con un treno. E con una stazione alla quale non si arriva.
E per ultimo, c'è qualcosa che c'entra con la parola grazie.
Ed è una parola bellissima, tutte quelle volte, detta in quel modo.
Ecco, più o meno è così che mi sento.
6 Maggio 2008