Torna alla Home
Ti trovi in: Home  »  Ego  »  Circus 2008  »  Gennaio 2008
Condividi su  Facebook Condividi su  Twitter Consiglia la pagina

Gennaio 2008



Quello che

Sono quello che c'ha un sito e ci scrive sopra.
Sono quello che ci sta provando ad essere migliore, ma porcaputtana è proprio difficile, da qualche parte sbaglio.
Sono quello che parla tanto. Che parla per lavoro e che parla per lavorare. Sono quello che crea aspettative ma poi, non fa tanti gol.
Sono quello che corre e che è sempre un pò nervoso. Sono quello che forse al traguardo non c'arriva perchè corre troppo ed è troppo nervoso.
Sono quello che al traguardo si ferma dieci metri prima perchè tanto, ha già vinto così, e tanto poi, non c'è mica niente da vincere.
Sono quello che va fino ad Amsterdam a vedersi un concerto.
Sono quello che si taglia i peli del naso (anche) perchè Marzia gli ha fatto venire la fobia.
Sono quello che è arrivato al ventiquattresimo giorno del nuovo anno e ancora non sta bene e non lo so neanche io quello che c'ho.
Sono quello che fa dei sogni bellissimi la notte, che sono proprio troppo belli e che non vorrebbe spegnerli mai, sono anche quello che si innamora se trova per caso un video su youtube.


Sono quello che certe cose le ha vissute e adesso deve solo capire se sognava o era sveglio. O se era sveglio e stava sognando lo stesso.
Sono quello che comunque, certe cose, le vuole ancora sognare.
Sono quello che ha paura di aver perso mir.
Sono quello che è sicuro di aver perso Jun.
Sono quello che tutte le sere, ma proprio tutte, non riesce a fare la doccia prima di mezzanotte.
Sono quello che continua a scrivere messaggi in inglese e li spara nell'etere di tutto il mondo.
Sono quello che ancora è innamorato di quei pochi minuti della giornata con i telefoni spenti e il libro acceso.
Sono quello che prende certi momenti dalle persone e, porcatroia, non li ridà indietro.
Sono quello che si sveglia quando la mattina, da un bel pezzo, già sta fuori la porta di casa. Sono quello che cerca per ore il parcheggio sotto casa. Sono quello a cui non gli va di uscire per non cercare, per ore, il parcheggio sotto casa.
Sono quello che è incazzato, sempre, con tutti quelli che stanno dentro al televisore. Sono quello che, questa volta, a votare, non ci va.
Sono quello che certe volte, mi rendo conto, sono proprio inconcludente, ma così tanto in concludente che mi viene da pens
Sono quello che c'avrebbe anche tante cose da dire, ma trova la scusa che fa più fico tenersele dentro.
Sono quello che sta trascurando un casino di persone. E tra queste, me.
Sono quello che si sente come uno che ha costruito un castello di sabbia in riva al mare. Sono quello che copia le canzoni di De Gregori.
Sono quello che poi lo ammette.
Sono quello che deve fare ancora la beneficenza che ha promesso di fare. Sono quello che, promesso, la farà.
Sono quello che vorrebbe spegnere l'interruttore.
Sono quello che vorrebbe, un pò, rimanersene in silenzio.

24 Gennaio 2008

Cinque

...e ad un certo punto, quando meno te l'aspetti, ma proprio quando non ci stai a pensare, ti arriva una e-mail.
E te ne stai lì a guardarla.
Un' e-mail con una sorpresa dentro, cioè una di quelle che ti fa rimanere di sasso.
Una sorpresa che ha un nome. Ed a fianco a questo nome c'è anche un numero. Semplice, pulito, neutro.
Uno di quei numeri che se ci stai a pensare un pò su, forse, così su due piedi, ti rendi conto che fino a questo momento, non ha mai avuto una grossa importanza.
E te ne stai lì, di fronte a questa e-mail, dicevo, e ad un certo punto, da qualche parte dentro di te, viene fuori così, un pò sorpreso, come qualcuno che si affaccia alla finestra perchè gli è sembrato di sentire gridare il suo nome, viene fuori così,
un sorriso.
Ma guarda un pò te, pensi.
Diceva sul serio.
E adesso che cavolo faccio, cominci a pensare. Io non lo so mica cosa si fa in questi casi. Cioè, lo so, per lo meno si prende carta e penna, si buttano giù due idee, due parole e tenti di dare un senso a qualche sera fa.
Poi ricopi tutto quello che hai scritto digitando su una tastiera e sent.
Vai. Lanciata.
Nell'aria. Nello spazio. Nella rete, o che ne so da qualche parte passerà, e da qualche parte, più o meno, dovrebbe arrivare.
Vabbè, è successo davvero e qualcosa da buttare giù mi verrà in mente, mi dico.
Cioè, non posso mica fare la figura di uno che non sa che dire, qualcosa dovrò pur scrivere. Carta, penna e qualcosa verrà pur fuori.
Intanto mi siedo comodo. Mi tiro su le maniche della camicia fino ai gomiti. Le arrotolo con cura. Mi metto gli occhiali.
Guardo il foglio che ho davanti. Mi viene un pò da ridere, ma lo faccio senza darlo a vedere.
Ma guarda un pò te, penso.
Diceva sul serio.

18 Gennaio 2008

Chiedi informazioni Stampa la pagina