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Marzo 2010


Circus

L'amore e il sangue iniziano a mischiarsi, hai perso la tua personalità di un tempo
La tua testa è una giostra e non si sa per certo: sveglio, addormentato, vivo oppure morto

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15 Marzo 2010


Tanto per dire

Ecco, volevo dirla questa cosa.
Che ci sto provando. Ce la metto tutta.
Ma non ho grossi risultati.
A volte mi sembra addirittura che sia impossibile.
Ma davvero, ci sto provando.
Mi metto a letto e mi impegno, faccio di tutto per non sognare, per passare la notte indenne, ma i risultati sono quelli che sono. Mi aiuta lo xanax. A non sognare, nei momenti più critici, mi aiuta lo xanax, ma mi rendo conto che mi rimbecillisce. Dopo un pò che lo prendo, mi perdo.
Poi, probabilmente ho sbagliato la musica della sveglia la mattina. Dovrei evitare. Cambiare cd.
Mi sembro linus dei peanuts. Al posto della coperta me ne vado in giro con una sciarpa che non mollo un secondo. La notte, a casa, nel week end, non la mollo mica, a parte quando lavoro per paura di perderla, ma per il resto ce l'ho legata al collo come fosse una parte di me. Non mi molla. Neanche un secondo.
Un secondo che mi molla, non c'è.
Quando non mi vede nessuno mi avvicino e comincio ad annusare l'aria come un cane in cerca di una traccia. Annuso tutto quello che mi capita sotto gli occhi e poi lo rimetto a posto come fossi un fantasma.
Ce la sto mettendo tutta, davvero.
Non credo sia normale. Ci si dovrebbe fermare e ragionare su questa cosa. Che se tutto questo accade, c'è un motivo. E non ha senso ignorarlo.
Mi sopravaluto e sottovaluto le persone. Questo è un altro problema. A volte non riesco ad essere umile, soprattutto con me stesso, anche se ultimamente sto soltanto tentando di nascondermi al mondo e di disturbare il meno possibile.
Per il resto, anche se con scarsi risultati, ci sto lavorando su.
A volte mi sembra impossibile, ma ce la metto tutta.
Ecco, volevo dirla questa cosa.

11 Marzo 2010


Fine (settimana)

Stasera per tornare a casa faccio il giro più lungo.
Sono un pò di giorni che tento di perdermi di notte per la città.
Nonostante tutto, c'è sempre una parte razionale di me, che mi riporta a casa.
Mi sono accorto che suonare mi calma, non so se è una cosa bella o meno, però mi calma e quindi, suono.
Lo faccio fino a che non mi fanno male le dita, per la gioia dei miei vicini, fino a che a loro, non fanno male i timpani.
Oggi sono riuscito a non mangiare per tutto il giorno, non c'è da vantarsene, forse no, ma probabilmente è un modo per punirmi o che ne so, per farmi rimanere attaccato alla realtà.
Ho tentato di fare le cose più comuni del mondo, ho anche comprato un tubo per la doccia che se lo guardo, assomiglia ad un serpente a sonagli e più lo guardo e più non lo posso soffrire e non vedo l'ora di smontarlo e di comprarne un altro, così, fanculo il serpente a sonagli.
Sono andato a vedere mir che gioca perché mi fa stare troppo bene vedere persone normali che fanno cose normali, e mi fa venire voglia anche a me di fare quello che mi piace, ma poi penso che se veramente riuscissi a farlo, avrei paura di non avere più nient'altro da fare.
Stasera mentre uscivo dal cinema, perché, sì, sono stato anche al cinema, ho pensato che mi manca uno scopo, un fine ultimo, un obiettivo. O per meglio dire, non ho più uno scopo nè un obiettivo, ed allora è per questo che mi manca il senso di tutto quello che mi circonda.
Ho maledettamente scoperto negli ultimi giorni che è splendido starsene da soli ed intendo dire da soli senza nessuna voce intorno e senza telefoni che squillano impazziti che sembra sempre che tutti vogliano qualcosa da te. Il tempo scorre più lentamente ed hai più tempo per pensare, non hai l'affanno di dover fare tutto di fretta, hai tutte le notti che vuoi, che sono lì a disposizione, per pensarci su, senza l'obbligo di darti una risposta a tutti i costi.
Ho capito cos'è che mi fa male. Ecco. Senza girarci troppo intorno.
Perché, che ne so, ma da un pò mi viene così, penso a tutto il tempo che ho passato immerso in una specie di romanzo, dove tutto andava improvvisamente ed inaspettatamente per il verso giusto, e tutto quello che vivevo sembrava la cosa più giusta da fare.
Qualcosa del tipo che tutto era, come dire...bello. E basta. Semplicemente così.
Che tutto, per caso, era nato e diventato bello.
Niente di più meravigliosamente semplice, ogni giorno, ogni ora, era qualcosa di speciale e non finiva mai di esserlo.
Andava dritto, così.
Solo a scriverla questa cosa, la trovo impossibile da capire, se non l'hai vissuta, intendo.
È questo quello che mi fa male, dicevo. Che è sparito tutto, che una cosa del genere non la si ritrova più. Non puoi uscire di casa e trovarla lì, bella e pronta.
Quella, era speciale perché non ce ne sarà un'altra e per questo valeva la pena viverla. Ecco cos'è che mi fa male.
Ma poi mi rendo conto anche che mi fa male aver viaggiato con la fantasia e che è solo mia la colpa di averla confusa con la realtà. Perché quello che mi aspetta tutti i giorni fuori la porta di casa, lo so io cos'è, e se immagino degli universi che non esistono, non posso prendermela con nessuno.
Sono le due di notte, anzi sono le due passate.
E questo è il riassunto del mio fine settimana nell'arena.

1 Marzo 2010


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