Fantasmi
...no perchè a dire il vero, avevo già spento tutto. Il telefono, il pc, la tivvù, il cervello.
Poi, qualcosa. Un rumore, uno squillo, una scarica elettrica e mi ritrovo con la faccia sul vetro, con gli occhi verso il buio e fuori c'è una macchina con le luci accese, sono le due e fuori c'è una macchina, proprio sotto la mia finestra.
Uso lo sguardo per bucare il vetro, per fendere l'aria, bucare la pioggia, entrare nel finestrino.
Così pazzesco, che mi chiedo se è un sogno, se sto semplicemente continuando quello che mi passa durante la notte, da tre notti.
Ricomincio a respirare e riavvolgo lentamente tutta la scena, mi allontano dal finestrino, mi bagno di pioggia gelida, sento il freddo dell'aria che mi invade le ossa e mi ritrovo con la faccia sul vetro che specchia il mio sguardo.
Mi vedo riflesso e ho i brividi come se non fossi io, sto lì ad aspettarmi che quell'immagine davanti a me possa improvvisamente muoversi da sola e scomparire dietro una scenografia buia mentre io rimango immobile a guardarla che va, con il cuore che sbatte come un tamburo terrorizzato di se stesso.
Vorrei piangere sapendo che mi farebbe bene, ma rimango come una statua con la bocca spalancata che sembro un bambino che ha visto un fantasma.
Passa un minuto, due, poi mi accorgo che è tardi. Non porto l'orologio al polso, ma ci vuole ormai poco a capire che È tardi, e me ne accorgo come se nel mio cervello avessi sentito la lancetta lasciar andare il minuto. Tac.
Mi sveglio all'improvviso dallo stato di stallo, mi siedo, e tutto quello che mi viene da fare è coprirmi il viso con le mani come a sorreggere i pensieri, i sogni delle notti prima, che li sento comprimere e spingere forte sulle parerti della testa per esplodere fuori.
È tardi davvero, adesso lo è, ed io non voglio più sentirmi un bambino, ho freddo, sento i brividi ed ho il panico, quindi me ne vado a letto e spengo LA luce.
Chiudo gli occhi mi giro da un lato e lo faccio, spengo il resto.
27 Gennaio 2010
Uomini sulla luna
Non ci sono rumori.
L'arena è vuota.
Solo la polvere di ieri ed il ricordo che pulsa nel cuore, delle grida, del pubblico, del sudore, della rabbia, del sangue versato.
Non ci sono rumori.
Sono come un uomo, il primo uomo a camminare sulla luna.
Assenza di aria, di gravità, assenza di tutto.
Cammino al rallentatore, respiro al rallentatore, penso, al rallentatore.
Mi guardo dalla terra, non mi vedo ed io ci sono, lì, a camminare, a saltellare, i piedi nella polvere, al centro dell'arena, o della luna, non fa differenza.
L'unico sono io.
Che sta da una parte o dall'altra.
L'unico che fa veramente la differenza, sono io.
Non ci sono rumori, l'arena è sola.
Ed io, sono al centro. Non c'è nessuno a guardarmi dagli spalti, cammino calmo, respiro calmo, non penso.
Se sconfitto o applaudito, la differenza sono io.
Ora so, finalmente, che sulla luna l'uomo non c'è mai stato.
Nessuno ha camminato.
Una montatura, un bluff, un film, e sguardi in alto, e nasi verso il cielo, una bella storia, una farsa.
Un bel titolo per i giornali, per la tivvù e per chi ci ha creduto. Una favola disonesta per le nonne e per i bambini, una foto sfocata in bianco e nero, una notizia che non c'è per chi non lo ha mai saputo.
Non ci sono rumori, la luna è una sfera vuota, troppa fantasia per camminarci su.
Mi incammino verso l'uscita dell'arena in un silenzio che non conosco. Penso al combattimento che mi aspetta. Giudice o giudicato, spettacolo o spettatore. Non so domani.
Penso alla storia che hanno inventato degli uomini sulla luna.
Esco.
24 Gennaio 2010
Due
Voglio fermare il tempo prima che sia troppo tardi. Prima che si porti via tutto.
Io quelle due persone le amo.
Non posso immaginare che non ci siano.
So che ci sono sempre anche quando non sono con me, loro ci sono ed io dentro di me sono sicuro di questo.
Sono soli, indifesi impauriti.
Ed io voglio fermare il tempo per loro. Devo trovare il modo.
Anni fa, ho letto un libro che raccontava di un uomo che si era messo in testa di rallentare il corso del tempo rallentando la rotazione della terra. Ed allora aveva costruito dei mulini giganteschi che roteavano in senso inverso rispetto al pianeta. In questo modo lui, voleva rallentare lo scorrere del tempo.
Ecco, se c'è da costruire questi mulini, io lo faccio. Se c'è da invertire qualcosa, ditemi cosa, ed io lo faccio.
Un'impresa impossibile, folle, io non mi tiro indietro.
Ma non me la sento, proprio non ce la faccio a stare fermo a guardare.
Ormai ce l'ho dentro questo pensiero, come se non bastasse tutto quel male di me che mi porto dietro, da un'esistenza intera.
Vedo scorrere i minuti sui loro volti ed io sono inerme, senza parole e senza fiato e senza nessuno che possa aiutarmi. Ed ho paura.
Io quelle due persone le amo.
Non posso immaginarmi niente di questo mondo senza avere il pensiero di loro.
Io
le
amo
Voglio fermare il tempo prima che sia troppo tardi. Prima che si porti via tutto.
Primo combattimento dell'anno.
Dedicato.
15 Gennaio 2010