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Dicembre 2009


Musicale
(Carpe Diem)

Questo post (?) io l'ho già scritto e in verità non iniziava così.
In realtà parlava di una notte in macchina che se ci ripenso, era un pò come correre e fare una gran fatica per raggiungermi.
Ma certi pensieri non riesco più a scriverli. Del tipo che finalmente ho le parole in mente ma poi, quando le scrivo, riesco soltanto a buttare giù una serie di lettere messe insieme a casaccio, e le guardo, illegibili. Forse sono i miei pensieri che sono così, e forse se riuscissi ad anagrammarli riuscirei a tirare fuori qualcosa di sensato.
Questo post (?) in verità, non iniziava così.
Parlava di una notte in macchina che se ci ripenso, mi confondo così tanto, che avrei voluto abbracciare quella voce che usciva dallo stereo oppure chiudere gli occhi, spingere sull'accelleratore e dissolvermi nel buio, come nebbia.
Ed invece, arrivo a casa e mi siedo sul tappeto ed improvviso, così come viene, un pezzo di Nutini alla chitarra. Tocco le corde e divento aria. Immagino di parlare e sussurrare dolcemente, ma in realtà suono ed ogni accordo scivola in un luogo riservatissimo dell'anima. E sono aria.
Sorrido e chiudo gli occhi mentre suono e respiro.
L’altra notte mentre ero in macchina e tornavo a casa ho capito che sono un uomo, soltanto se ci salviamo.
Ed è compito mio proteggerti da quelli come me, è compito mio se lascio che qualcuno mi tiri giù da un albero, come un gatto che si è arrampicato e poi ha paura di scendere. È davvero tutto giusto così ed io non me ne sono mai voluto accorgere. Le belle parole per una volta, le lascio volentieri agli altri.
Io il mio destino l'ho capito la scorsa notte mentre ero in macchina e tornavo a casa. Mi hanno tirato un bello scherzo e a me, non rimane che riderci su.
Perché vedi, chi scrive il destino, si diverte continuamente a mescolare ed intrecciare, a legare e sciogliere e poi quando si stanca, lasciare tutto così com'è.
Quest'anno, fino alla fine, ho fatto soltanto quello che so fare, come mi ha insegnato Dario scrivendo le sue canzoni. Qualcosa del tipo che adesso tocca a te. Se ti va.
Poi se penso che quest'anno per me non è durato più di cinque mesi, allora conto le ore che mancano per farlo morire.
Se qualcuno mi avesse detto che l'ultimo universo dell'anno si sarebbe chiamato grande fratello, non ci avrei creduto.

30 Dicembre 2009



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