è una questione di stile (non è cosa, ma è come)
...non è una sfida
non è una rivalsa
non è la finzione di essere meglio
non è la vittoria, l'applauso del mondo
di ciò che succede, il senso profondo
E' il filo di un aquilone
un equilibrio sottile,
non è cosa ma è come,
è una questione di stile,
non è di molti ne' pochi
ma solo di alcuni,
è una conquista una necessità
Non è per missione
ma nemmeno per gioco
non è "che t'importa"
non è "tanto è uguale"
non è invecchiare cambiando canale,
non è un dovere, dovere invecchiare
Sentire e fare attenzione
ubriacarsi d'amore
è una fissazione
è il mestiere che vivo...
N.F.
11 Ottobre 2009
Nuovo mese
Faccio sogni strani.
Sono in un parcheggio coperto.
Ma non è un parcheggio. Sembra più una fabbrica abbandonata, veramente gigantesca, ci sono un mare di auto riversate su più piani. Io mi sono perso, non trovo più la strada per tornare indietro, imbocco rampe di scale, guardo in basso è le scale sono infinite, imbocco una porta laterale e sono all'interno di un altro immenso parcheggio, ma ho paura di addentrarmi altrimenti perdo l'orientamento. Sono uscito senza salutare e adesso devo tornare indietro, so che mi sta aspettando e che è rimasta sola ed io, non voglio che si perda come è successo a me.
Non è la prima volta che mi perdo dentro edifici enormi, ho paura a spostarmi per non perdermi di più, mi ritorovo davanti a passaggi strettissimi dove ho il terrore di entrare per non rimanere incastrato.
Forse, senza rendermene conto sono all'interno del mio cervello in cerca di una via d'uscita o forse i miei sogni sono una metafora della mia vita che ci vorrebbe veramente qualcuno bravo per aggiustarmi sia gli uni, che l'altra.
Penso al sogno di stanotte mentre sono in macchina ed intanto una scritta luminosa mi dice di guidare con prudenza, poi guardo il contachilometri e vedo che segna centoquaranta ed allora so che miss prudenza deve essere scesa dalla macchina in corsa già da un pò. Però ho la cintura allacciata perchè almeno questa cosa me lo ha chiesto lei. Lo stereo canta equilibrio instabile e dico che niente è più azzeccato e comincio a cantare anche io perché mi hanno fatto notare che quando sono felice e sto bene, canto dietro le parole della radio, ma stanotte mi viene da ridere pensando a quando una volta l'ho fatto senza neanche che me ne accorgessi. Tutto troppo spontaneo quella volta.
Arrivo sotto casa che neanche me ne sono accorto, penso al regalo che aspetta appeso dietro la porta e che rappresenta i ricordi miei, miei e soltanto miei, penso che subito dopo accenderò il cellulare e conterò i messaggi che mi ha mandato fifth, forse senza neanche leggerli.
Questo universo, a titolo di cronaca, si chiama come questo mese. Per il tutto il resto che mi gironzola nella mente, non mancherà il giusto tempo.
...aspetta un momento a svegliarti
voglio guardarti ancora
aspetta un momento a girarti
voglio sfiorarti ancora
immaginare che fai soltanto sogni belli...
G. C.
5 Ottobre 2009