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Giugno 2009


Nirvana

Stasera ho cominciato a riflettere davanti ad un film e davanti ad uno specchio e davanti a tutte le parole che non finisco mai di dirmi.
Poi a quelle luuuuunghe chiacchierate che non finiscono mai o meglio, non hanno una fine, sul perchè è importante sentirsi migliori.
Mi sono accorto con il tempo, che se fai parte di qualcosa di veramente unico che ti fa stare un gradino sopra, quando ti senti un gradino sopra, beh allora è lì il tuo posto perchè è lì, che ti senti alla grande.
Si, è vero, lo sai che prima o poi finisce perchè quando fai parte di qualcosa che nessun altro ha, prima o poi, prima o poi insomma, finisce. Inevitabilmente, E ricominci, dai su che ricominci, che te ne vai in giro per un pò con quell'aria di uno che ha fatto qualcosa di veramente unico che è stato parte di qualcosa che solo tu e chi c'era sai cosa significa, ma poi devi affrontare, prima o poi, prima o poi, quelli che fanno parte del mondo reale quelli che insomma lì non c'erano, anzi quelli che proprio non sanno di che cazzo stai parlando, che ti pigliano per scemo e per uno che farnetica e che parla di cose senza senso.
Ecco, un pò così mi ci sento di uno che ha viaggiato e ha visto cose che voi umani non potete immaginare e che poi è ritornato dal viaggio in mezzo a tutti.
Non lo so, non lo so davvero se poi quello che mi immagino esiste davvero, non lo so se è solo racchiuso in film libri e fantasie.
Se penso alla realtà che è così cinica e così irreale e diversa da quello che ho nella testa, un pò mi confondo.
Che potete dirmi quello che vi pare ma certi momenti brevi fanno parte della vita e quando ce li hai sei come un dio. Qualcosa del tipo che corri con un sorriso devastante verso la macchina dove qualcuno sarà pur lì ad aspettarti o che canti a squarciagola mentre guidi e ridi e ridi e non smetti di ridere neanche un secondo o che ti commuovi davanti un film e pensi che vorresti essere tu quello lì dentro.
Beh ecco queste sono le cose che mi fanno riflettere e che non riescono a farmi morire che mi lasciano sempre sul filo del rasoio.
Come se qualcuno mi rianimasse nei momenti di collasso totale. E non comprendo esattamente se è una cosa bella o meno. Come fossi il personaggio di un videogioco dove se metti il gettone hai a disposizione tutte le vite che vuoi. Mi fa sentire un pò in vendita e un pò qualunque in mezzo ad una città di cartone, come in una scenografia di un film western o come un supereroe che non può morire mai.
Tra qualche tempo quando rileggerò sta cosa qui, non lo so quanto ci capirò non lo so se penserò a me ubriaco o drogato o semlicemente folle o forse ci ritroverò tutti i frammenti di anni passati ad osservare. Ad osservare. Ad ascoltare.
Non lo so, insomma.

19 Giugno 2009


Altrove

Mi metto a letto che sono quasi le due e trenta. Non mi lavo, stasera mi va di essere senza regole, libero di essere quello che mi va.
Sono sdraiato sul letto e sono vento, vuoto di pensieri su domani e su poi.
Tutto mi sembra così lontano che il rumore delle auto sembra giungere da un'altra dimensione che non mi appartiene. Tutto è distante come una fotografia in bianco e nero dove tu sei piccolo e guardi verso l'obiettivo. Dove ti vedi e pensi che quella è l'unica prova che hai avuto un passato. Che non riesci proprio a ricordare.
E stasera, dopo queste ultime ore passate con quel tanto di me, sorrido a come il tempo sia in grado di plasmare le mie sensazioni come fossero un elastico che si allunga e si accorcia.
E modifica le immagini a colori nella mia testa spedendole a velocità inimmaginabile in una dimensione spazio-tempo lontanissima dal presente.
La sensazione che ho, è quella di tutto il mio passato racchiuso dentro sbiadite vecchissime e sgualcite fotografie.
Dove faccio troppa fatica a ricordare le persone intorno a me che sorridono verso l'obiettivo.
Dove non riconosco le mie emozioni, non ricordo le loro e non capisco quanto siano stati importanti quei momenti impressi sulla pellicola.
Dove lì, vedo un passato che sembra non appartenemermi.
Parlo di universi e continuo a stupirmi se davanti a me ne passano a decine e non li riconosco, ma li confondo come se dovessero essere parte della mia vita e dovessi assorbirli come cibo, per nutrirmi.
Ha ragione mir quando mi dice che il mio universo è questo e le altre dimensioni parallele sono di un altro me.
Disperdo sorrisi ed improvviso idee gettando ami in ognidove, sperando di pescare un pò di equilibrio.
Raccolgo tutti i pezzetti della battaglia che sono sparsi intorno a me e li rimetto con cura dentro la mia valigia, la chiudo per bene, mi sciacquo il viso per svegliarmi ed essere sicuro di non essere altrove.
Perchè altrove è il nome di questo universo.
Poi parto. Perchè non c'è altro da fare ed è giusto che io vada.

3 Giugno 2009


Nessun messaggio in segreteria

- Nem, posso chiederti una cosa?
- Si, certo
- Nem, mi stai evitando vero?
- Ti sembra questo?
- Si, mi sembra questo.
- Tu? Tu mi stai evitando Jul?
- No, io no. È che ho paura...
- Ti metto paura?
- Si, ho paura che tu ce l'abbia con me. Sei arrabbiato con me Nem?
- Mi stai chiedendo se sono arrabbiato...da quando ti interessa se sono arrabbiato? Da quando ti interessa come sto? Mi stai dicendo che ti interessa sapere come sto cosa faccio cosa penso e che quindi ti interessa condividere questo tipo di cose con me??
C'è che a volte mi metto a pensare Jul, mi metto a pensare al viaggio, ai cavalli, a noi sdraiati su una piazza con il sole sulla faccia e a te che corri con una bottiglia in mano tra le rocce.
Mi metto a pensare ai messaggi di notte tutte le notti prima di andare a letto, ai messaggi la domenica uno dopo l'altro e a quello che parla del vestito da sposa.
Mi metto a pensare alle notti passate in albergo e alle notti passate abbracciati fino al mattino.
Mi metto a pensare a te che dormi tra i fiori, a te con una stecca da biliardo in mano, a te che balli d'estate con gli occhi chiusi sotto le stelle che poi ci gira la testa. Alle notti passate in un parcheggio fino al mattino.
A te che sei bella, dio quanto sei bella, quando ridi di nascosto.
Mi metto a pensare a tutte quelle mattine passate a fare l'amore e a quella notte che senza neanche conoscermi, mi hai baciato sulla guancia.
Mi metto a pensare a quel viaggio n treno, io e te da soli.
Penso a me che vado in Spagna e te che mi scrivi Ti Amo.
Penso a quel messaggio che ti è arrivato dall'Olanda.
Penso a quello che mi hai scritto, a te vestita di bianco e ad un letto d'ospedale, penso ad un nome da bambina che abbiamo scelto tra le lenzuola.
Poi lo sai a cos'altro penso? A tutte quelle canzoni, a tutte quelle foto, ai cinema ai films e ai libri.
Alle poesie che ti ho scritto, che mi hai letto e che ti ho sussurrato. Penso alle tue lacrime sulle mie labbra, alle nostre fantasie per la strada, tra la gente.
Penso a tutte quelle volte che non sono riuscito a non pensarti. Penso a tutte quelle volte che ho fatto di tutto per incontrarti, penso a quelle volte che mi guardavi e sorridevi, tutta quanta, sorridevi.
Penso a quando avrei voluto sposarti.
E a volte, quando mi vengono in mente questi pensieri, allora mi accorgo quanto niente di tutto questo sia esistito, Jul. A quanto la mia immaginazione abbia inventato tutto e giocato con la realtà.
A quanto ho soltanto vissuto quello che la mia fantasia avrebbe voluto vivere.
Penso a quanto tu non sia mai stata vera e a quanto tu abbia sempre saputo quale fosse il tuo destino, qualsiasi cosa fosse accaduta. A quanto non avresti mai rinunciato a niente, per me.
Penso a quanto hai deluso tutti i sogni miei.
Ecco...mi stai chiedendo se sono arrabbiato?
No, non sono arrabbiato, Jul.

1 Giugno 2009


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