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Centonovesimo giorno. Ora prima


La paura - scriverà il professor Poustkin, nel suo Elenco Generale della perole vuote, non è altro che la percezione di un'incipiente mancanza, di un'imminente perdita.
Ragion per cui non rappresenta uno stato di per se, ma la percezione anticipata di un fenomeno, e dunque si può parlare di una sua esistenza solo riferendola all'evento futuro cui è correlata, il quale ultimo potebbe tranquillamente non realizzarsi mai, o realizzarsi in forme diverse da quelle preventivate.
Giacché la probabilità di un accadimento diverso da quello presumibile sono elevatissime (se non addirittura la regola, rispetto all'eccezione del verificarsi del fatto previsto), si può concludere che la paura, in quanto fenomeno che trae la sua esistenza dall'evento previsto, non esiste, laddove l'evento si realizzi in maniera diversa da quanto preventivato e dunque nella quasi generalità delle ipotesi.

I.G.L.


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