Regali di Natale!!
Lo ammetto.
Forse sono stato un po’ frettoloso.
In effetti, il mio ragionamento precedente (vedi post “Regali di Natale?” di seguito riportato) ha forse peccato di iporelativismo spazio-temporale, basandosi unicamente sugli obsoleti dogmi della meccanica classica e senza tener conto della dualità particella-onda del fotone.
Giorno: 25 Dicembre.
Ora: 11,30 (circa).
Mi alzo e sotto l'albero chettitrovo?
Una serie di luccicanti pacchetti a forma poligonale. Parallelepipedi, per la precisione.
Esamino. Dotati di massa. Indubbiamente costituiti di materia. Solidamente palpabili al tatto.
Ma allora?? Dove ho sbagliato??
Vuoi vedere che Babbo Natale esiste?? Anche perché se così non fosse, chi altri mi avrebbe portato i doni ricevuti questi pacchi?
Urge un'estesa ritrattazione della dimostrazione dell'inesistenza di Babbo Natale.
Quindi, riesaminando il tutto alla luce della:
a) relatività speciale: l'eccezionale velocità espressa dal mezzo flottante slitta + renne + Babbo comporterebbe un'istantanea dilatazione quantale del tempo reale a disposizione di Babbo Natale, che finirebbe per operare in una condizione di curvatura con periodo allungato (basta ricordare il famoso "paradosso dei gemelli" di Einstein)
b) relatività ristretta: la massa inerziale (le cui considerazioni quantitative stimate nella precedente riflessione sono valide in assoluto) determinerebbe tuttavia una deformazione dello spazio-tempo in un intorno del suddetto Babbo, invalidando il concetto di simultaneità in quanto il tempo di un corpo finisce per dipendere solo dallo stato di moto del suo sistema di riferimento (anche, ovviamente, alla luce del teorema del parallasse ellittico di Minkowsky).
c) principio di indeterminazione: nonostante le energie profuse nella precedente dissertazione per tentare una stima oggettiva dell'entità spaziale degli spostamenti di Babbo Natale, Heisenberg ci insegna che più sai riguardo l'energia di una particella (o, incidentalmente, di una slitta), meno sai riguardo le sue posizioni, la sua durata e la sua quantità di moto ( tradotto più semplicemente, per un osservatore al di fuori del suo campo inerziale, in un nanosecondo Babbo Natale potrebbe trovarsi contemporaneamente in ogni punto del globo terracqueo).
Si potrebbe inoltre formulare l'ipotesi aggiuntiva che le renne volanti siano completamente costituite da antimateria, risolvendo così anche le seguenti controversie riconducibili all'astrofisica moderna. Infatti:
1) sarebbe spiegato una volta per tutte l'eccesso di materia che ha comportato l'esistenza dell'Universo attuale e che le più recenti teorie sul big-bang non riescono tuttora a spiegare;
2) non sarebbe più un problema la notevole quantità di energia necessaria a spingere la massa inerziale della slitta, a condizione che almeno una renna, per ogni Natale, si annichilisca;
3) sarebbe spiegato il fatto che il vestito di Babbo Natale sia rosso, visto che il " red shift" (spostamento verso il rosso) è un fenomeno atteso per il fatto che l'elevatissima velocità della slitta esporrebbe Babbo Natale a un intenso campo gravitazionale, spostando la lunghezza d'onda della radiazione emessa dal suo vestito, appunto, verso il rosso;
4) infine, nei momenti di massima velocità (coincidenti con l'annichilamento di ogni singola renna) ragionevolmente approssimabile a quella della luce, il vestito emetterebbe nell'infrarosso diventando invisibile e ciò spiegherebbe anche perché sia così difficile vedere Babbo Natale.
Vorrei infine menzionare, incidentalmente, che alle medesime conclusioni si giungerebbe anche partendo dal teorema del tetralone racemico. Infatti, visto che tutte le interazioni deboli sono mediate da bosoni carichi pesanti, proprio la massa inerziale della slitta in moto sarebbe sufficiente per collocare Babbo Natale all'interno di una lente gravitazionale in un Universo parallelo.
Alla luce di queste considerazioni, sinceramente, non me la sentirei quindi, di affermare che il signor Babbo Natale in questione, abbia accidentalmente messo fine alla propria esistenza, semplicemente per aver gioiosamente mirato all’intento di intraprendere il suo meraviglioso viaggio notturno, per la felicità di tutti i bambini del mondo.
Che dire.
Misteri della fede.
25 Dicembre 2007
Agnese
ci vogliono mani capaci per sciogliere i nodi che legano a te,
mani capaci e dita sottili per spostare il pensiero di te,
perché tu leale non sei
e arrivi nei sogni al mattino
mi vieni vicino mi prendi la mano
ma poi non ti dai poi te ne vai da me,
ed io lo sapevo l'ho sempre saputo sin dal primo istante che ti ho incontrata
si io lo sapevo, lo sapevo e lo so
G. C.
23 Dicembre 2007
Regali di Natale?
Tra le mie tante elucubrazioni mentali che impegnano il mio cervello in questo periodo natalizio, facevo, qualche giorno fa, delle considerazioni sul signor Babbo Natale.
Infatti, dopo alcune ore di attente riflessioni, sono stato costretto a concludere che le probabilità che il barbuto panzone rosso sia ancora vivo il giorno di Natale, siano particolarmente basse.
Provando a ragionarci un poco…
Diamo per buono che esistano delle renne volanti (in fondo, come può confermarti qualunque zoologo, si stima che restino circa 450.000 organismi ancora da classificare, pertanto non è possibile escludere completamente l'eventualità che esistano renne volanti).
Quindi non discuto le renne.
Ma nel mondo siamo o non siamo 6 miliardi di esseri umani?
Vabbè, guardate, vi voglio venire incontro, limitiamo il discorso a bambini e giovani…rimarranno circa due miliardi e mezzo di ragazzi (prendiamo come riferimento i 18 anni).
Diamo per buono, allora, che Babbo Natale non visiti ragazzi musulmani, indù, ebrei, scintoisti, buddisti, e così via. Voglio essere generoso: mettiamo che i cristiani sono solo un 10-15% del totale. Restano, comunque, circa 400 milioni di unità tra bambini e ragazzi. Ora il numero medio di individui per singola abitazione (dati Censit) è di 3,5 su scala mondiale e calcolando che ci sarà almeno un bravo bambino quasi in ogni casa, stiamo parlando di più di 100 milioni di case da visitare la notte di Natale.
Voglio essere ancora più generoso e considerare un elemento che comunque, non è trascurabile. Il fuso orario.
Se viaggia da est a ovest, allora avrebbe un po' più di 31 ore a disposizione per completare la sua opera. Questo comporta 837.4 visite al secondo.
Quindi Babbo Natale per ogni casa di bravi cristiani ha a disposizione meno di 1/1000 di secondo per:
a) parcheggiare la slitta
b) saltare fuori dalla slitta
c) scendere dal camino
d) ritrovare i pacchetti giusti
e) metterli sotto l'albero
f) mangiare ciò che eventualmente gli è stato lasciato in offerta (cioccolatini, biscotti....)
g) risalire sul camino
h) balzare di nuovo agilmente sulla slitta con tutta la sua panzona e il saccone di regali
i) trovare la via più breve per la fermata successiva...
…dando per scontato che ognuna delle oltre 100 milioni di fermate sia omogeneamente distribuita sulla terra (cosa che sappiamo benissimo NON essere vera), stiamo parlando di una distanza di oltre 1 Km per casa, per un viaggio totale di oltre 100 milioni di chilometri.
Ora, io, non voglio essere puntiglioso e non voglio sapere in 31 ore, se, e quante volte si ferma per pisciare o per bere un sorso d'acqua, mi basta però estrapolare che Babbo Natale si muove a 992 Km al secondo (3000 volte la velocità del suono).
A titolo indicativo, vi ricordo che il più veloce veicolo mai costruito dall'uomo, la sonda spaziale Ulisse, viaggia alla misera velocità di 40,5 Km al secondo.
Una renna normale può raggiungere al massimo una velocità di 23 Km all'ora.
Ma passiamo al carico della slitta. Assunto che ogni bambino non riceva che una sola confezione di Lego ( 800-900 grammi?), la slitta trasporta circa 854.600 tonnellate di materiale, senza contare Babbo Natale stesso, che è sempre descritto in generoso sovrappeso. Su terreno, una renna convenzionale può trainare circa 300 libbre (136 Kg). Anche accettando l'ipotesi che le renne volanti possano trainare un peso dieci volte superiore a quello di una renna normale, beh...un rapido calcolo, mi porta a pensare che ci vogliono 389.500 renne!
Questo, ovviamente, incrementa il peso lordo a 894.600 tonnellate (trascurando il peso della slitta).
Tutti sanno che 894.600 tonnellate che viaggiano a 992 Km al secondo, generano un enorme attrito nell'atmosfera. A rigor di logica ciò dovrebbe riscaldare le renne nella stessa misura dello Shuttle al rientro nell'atmosfera. Grazie ai dati in possesso della NASA, concludo che la prima coppia di renne assorbirà 57,4 quintilioni di joules di energia al secondo. Per ciascuna, naturalmente.
In sostanza, si volatizzeranno praticamente all'istante, esponendo le renne alle loro spalle e generando un assordante bang supersonico nella loro scia. L'intero gruppo di renne verrà vaporizzato in 4,77 millesimi di secondo.
Babbo Natale, contemporaneamente, sarà soggetto a forze centrifughe pari a 27.400,08 gravità. Un Babbo Natale di 100 kg (meno di 250 libbre, comicamente magro) resterebbe così inchiodato sul fondo della slitta da una forza pari a 2.987.998 Kg!
In conclusione, mi viene da pensare che, se Babbo Natale avesse mai provato a consegnare i regali alla vigilia di Natale, ora, sarebbe sicuramente morto.
Io, a questo punto, non me la prenderei proprio per niente se quest’anno sotto l’albero, non ci sarà nessuna piacevole sorpresa impacchettata…
21 Dicembre 2007
Fe
Fe, vorrei che tu lo sapessi.
Che sei sempre un'emozione bellissima.
Sia quando ti incazzi e sia quando mi parli con quella voce che mi fa piegare le ginocchia. E poi quando sorridi dietro a quel telefono e mi dici cose del tipo comunque tu non stai bene.
E mi diverte pensare quello che sei stata, un pò geisha un pò manga un pò hip hop.
E mi fa sorridere pensare alle mie email di notte tutte le notti e il postino all'amprovviso, il tuo viaggio sul virginian e la tua voce al telefono che mi dice che sono matto.
Il bacio bagnato sotto la pioggia e il cappello di natale. Quello che non ho mai visto.
Ma dimmi un pò che mi è venuto in mente di venire a bussare alla tua porta e trovarti come in quei film dove lei è un ricordo lontano e un ricordo troppo diverso.
Sarò pure fuori di testa, ma vorrei che tu lo sapessi.
Fe, sei bellissima. Te, con gli occhiali, con quella bocca e quel sorriso te, che quando parli non so se devo darti del lei, te che mi guardi come se fossi uscito da un cartone animato, te, che sei lì, con quel pancione che ti porti dietro e a febbraio, quello sì che sarà un gran bel mese.
Sei stata un treno.
Uno di quei treni che non fanno curve, di quelli che viaggiano affamati di chilometri.
Io ci ripenso ed ho un sorriso così grande che mi viene voglia di abbracciarti.
Sei bellissima, Fe.
Ed io sono uno di quelli che, come dici tu con il sorriso sulla bocca, non sta bene.
Volevo che lo sapessi.
"e come sempre sei la descrizione di un attimo per me
e come sempre sei un'emozione fortissima
e come sempre sei bellissima"
F.Z.
20 Dicembre 2007
Sposa
E' tutta la notte che c'ho un sasso in gola. Tutto il giorno che non riesco a deglutire senza sentire dolore.
C'ho un mare di lacrime che da un momento all'altro buttano giù la diga del mio orgoglio ed inondano il mio cuore.
Da un momento all'altro, tra una parola e l'altra, me le sentirò scivolare giù sulle guance. Le lacrime.
Ti vorrei far arrivare un messaggio di quelli che, una volta per tutte, ti incidano addosso quello che sento, uno di quelli che attraversano il freddo e la notte e senza ostacoli, arrivano a destinazione.
Sto male.
Più o meno, una cosa del genere.
Vorrei che ti arrivasse qualcosa del tipo, io sto male per te.
Sto così male da vomitare, così tanto che deambulo come un ubriaco tra la folla e gli sguardi delle persone.
C'ho un dolore che è da diventare pazzi. È così forte che sento solo quello, niente più parole, niente più odori, sguardo vuoto e basta.
Ma guarda te che cazzo hai combinato.
Ma che ci vieni a fare nei sogni miei?
Non riesco ad immaginare niente, senza te in ogni cosa.
Mi scorri nelle vene come una malattia inguaribile e allora ti prego uccidimi o ucciditi, io non lo sopporto più.
Adesso, ora, in questo momento, io non lo so come farò a fare finta di niente a dover credere per forza che quello, non ero io, e quell'io in fondo, non c'è mai stato.
E capire che quei resti che mi ritrovo nelle tasche ed in ogni angolo della vita, non sono mai esistiti.
Chissà in quale cassetto li hai chiusi, tu, i tuoi resti.
Io tutte le notti, continuo a sognarla.
Quella vita, io non faccio altro che rivedermela di notte. Con quella casa, con quei sorrisi, con te su un letto bianco d'ospedale, con me e te a testa alta con gli aerei che passano. E tutto il resto, quel resto meraviglioso, che non puoi sapere.
Tu, per favore, spiegami come fai.
19 Dicembre 2007
Cosa rimane
Se ci pensi bene, dopo, non ti rimane quasi niente.
Voglio dire che arriva un vento gelido, che ne so, un qualcosa che spazza via tutto e lascia solo ghiaccio.
Uno sguardo di medusa, una corsa delle lancette, e tutto si pietrifica.
Non batte più il cuore, elettrocardiogramma piatto.
Non so com'è, a me capita che, anche a cercarli, di pensieri belli, non ne trovo. Ognuno di questi ricordi, nella realtà, non sono altro che la brutta copia di un sogno bellissimo. C'ho quell'amaro in bocca che non se ne va, come un gusto troppo forte che ti rimane lì sul palato, sulla lingua, e non se ne va mica via.
C'ho un interruttore che all'improvviso, click, da solo, si gira ed esce tutta la rabbia che si accumula ogni volta che rivedo strade dove passo per sbaglio, nomi che sento per caso e soprattutto persone che, incredibilmente, mi emozionano ancora.
Da non crederci, che dopo, non ti rimane quasi niente. Una bambola che si chiama Agnieszka, un pinguino dentro al frigorifero, un video con dentro un viaggio, uno sguardo sconosciuto in mezzo alla gente.
Io poi, c'ho anche un mare di pensieri e ogni giorno dell'anno è buono per portarseli addosso. C'ho anche le mani nella tasca e un muro che lo sento, è veramente troppo alto da scalare.
E senza pensare a tutti quei sorrisi, quegli occhi così dolci che vorrei rubarmi ogni volta, e scappare via come un ladro per nascondermi e nasconderli da qualche parte, per metterli al sicuro per chissà quale momento, forse un giorno serviranno.
Se ci pensi bene, dopo, ti rimane solo da chiederti, lo scorso anno, a questo'ora, io dov'ero.
Quello che rimane sono statue di ghiaccio e films in bianco e nero.
Tutto si gela come fotografie senza sorrisi dentro.
Mi hanno detto che ormai, per me, sarà sempre così, che non ci sarà niente che possa essere di più.
Ed io, se penso a questa cosa, divento pazzo.
Ecco, alla fine cosa rimane.
È incredibile, il freddo che fa.
16 Dicembre 2007
Stallo
Ho passato questi ultimi giorni a pensare.
È stato un pò come fare un urlo e rimanere là, ad aspettare che ne so, magari l'eco che ritorna indietro.
Questi ultimi giorni li ho passati ad osservare.
È stato un pò come buttare un sasso nell'acqua e contare i cerchi.
Mi sento naufrago.
In mezzo al mare. Sono solo, e solo con l'acqua del mare.
Nessuna terra in vista.
Me ne sto sdraiato sul fondo di una barca con il sole che punta dritto su di me, tra lo sciacquettìo delle onde e il volo di qualche gabbiano che passa ogni tanto, persi anche loro tra le rotte del cielo.
E ondeggio, drogato di sole, gonfio di nausea, con un ronzìo nella testa come un moscone impazzito in trappola dentro una bottiglia di vetro.
Ed ho le visioni di persone che sono passate attraverso me, li vedo ridere, piangere gridare, li vedo distorti, tanti mostri nella mia testa che passano su una pellicola di troppi anni fa.
Forse è il film della mia vita, sto morendo, si dice così, e mi rivedo l'esistenza che passa davanti, sento anche le voci degli attori che si mischiano al rumore delle onde che sbattono sulla barca.
Il sole non mi da tregua, mi asciuga le forze e mi bagna la fronte.
Sono alla deriva.
Penso ad un sorriso e a tre candele che lo nascondono. E a quanto mi fa stare bene se mi fermo lì, imbambolato, a guardarlo.
Mi rendo conto che la mia fase di stallo non porterà niente di buono.
Tempesta in vista, ed io, sono sulla barca.
Penso che dovrei alzarmi seduto, e con le mani mettermi a remare, dovrei farlo almeno per tutti quelli che già mi vedono toccare riva, questo penso.
Sto con gli occhi chiusi e mi vedo su una spiaggia di notte. La sabbia è bagnata e il mare abbastanza convinto. Le onde schizzano all'orizzonte e arrivano sulla sabbia ad inseguirmi i piedi. Il cielo è nero e penso a me da solo in mezzo al mare.
Guarda che fine.
Mi rendo conto che la mia fase di stallo non porterà niente di buono.
Tempesta in vista, ed io, sono sulla barca.
10 Dicembre 2007